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Il primo livello

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Gli occhi

L’occhio, l’orecchio e il naso appartengono al primo dei sette livelli reichiani, sede di tre sensi: vista, udito e odorato.

Lo stadio oculare, scrive Reich, è il primo a svilupparsi nel bambino e quando si verifica un trauma in questa fase ciò può compromettere la visione binoculare.

La visione binoculare è necessaria allo sviluppo della prospettiva tridimensionale: l’indispensabile premessa di un pieno contatto con la realtà.

Per questo livello, come per gli altri, Federico Navarro distingue tra blocco anorgonotico e iperorgonotico.

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Il blocco anorgonotico dell’occhio (carenza di energia)

Il blocco anorgonotico è presente nella psicosi.

Federico, si rifà qui agli studi di Reich sulla schizofrenia e sui suoi rapporti con il blocco oculare. Reich sosteneva che la psicosi si struttura nei primi giorni di vita, Federico la fa risalire alla vita intrauterina e alla scarsa e limitata circolazione energetica del periodo embrionario e/o fetale.

Un blocco parziale crea invece un nucleo psicotico, ovvero un terreno in cui nel corso della vita di un individuo può esplodere una psicosi.

I fattori scatenanti sono gli stress di particolari fasi di cambiamento (come pubertà, servizio militare, maternità ecc).

Il nucleo corrisponde a una personalità psicotica di tipo reattivo, il soggetto non è attivo e creativo, ma reagisce agli stimoli che vengono interpretati in modo esagerato e soggettivo.

Stiamo parlando di un uso massiccio della proiezione fino al delirio. Sono individui che si ritirano facilmente nel sonno e nell’isolamento affettivo.

Dopo i primi 10 giorni di vita, quindi nel periodo neonatale, secondo Federico, il nucleo psicotico crea la struttura borderline.

Ma cosa succede quando il blocco del primo livello è anorgonotico? Avviene un ritiro che, dal livello oculare è possibile solo in direzione della base del cervello causando poi i disturbi della coscienza, dissociazione, disorganizzazione, spersonalizzazione e mancanza di contatto.

Questo primo livello dovrebbe fin dalla nascita avere un funzionamento unitario perchè la funzione visiva è intimamente legata all’udito e all’olfatto In piú dovrebbe integrarsi con il secondo livello: la bocca, e quando ciò non avviene si crea la prima frattura tra il pensare e il parlare.

Ciò è caratteristico dei malati psicosomatici, essi infatti, non sanno verbalizzare le loro emozioni.
Mac Lean sostiene che in entrambi i casi, nella psicosi e nelle malattie psicosomatiche (le biopatie primarie), le tensioni emotive di tali soggetti non sono legate ai processi psichici del neocortex, ma persistono nel cervello limbico.

Secondo Federico ciò ci consente di affermare che la malattia psicosomatica può essere vista come una corporizzazione della psicosi.

Il ritiro causato dal blocco anorgonotico crea una scissione tra sensazione e percezione e ciò impedisce una valida utilizzazione dei telerecettori (vista, udito, odorato), e se le funzioni sensoriali non si realizzano nel migliore dei modi sin dalla nascita «vi sarà una percezione iniziale alterata da registrare come engramma basilare distorto». (Navarro).

Ciò impedisce una sana distinzione tra Io e non–Io, a cui si sostituisce, nello psicotico, una tendenza a fondersi con il mondo e a perdere i confini con le tipiche fantasie di dispersione e frantumanzione.

Con la vegetoterapia si può operare in presenza di un nucleo psicotico, qui Federico suggerisce di corazzare gradualmente tutti i livelli a partire dal primo (il blocco oculare anorgonotico impedisce la formazione della corazza e quindi dell’Io, non a caso Federico dissente da Baker che parla di carattere oculare).
L’obiettivo è quello di colmare la mancanza di contatto e di fornire il soggetto di un Io nevrotico.

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Il blocco iperorgonotico dell’occhio (eccesso di energia)

Secondo Federico, tra le manifestazioni cliniche di questo blocco vi sono la cefalea, l’emicrania e l’epilessia.

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Cefalea ed emicrania

Secondo la medicina psicosomatica la psicopatogenesi della cefalea e dell’emicrania va ricercata in un ostilità bloccata di tipo primario, cioè sarebbero congenite.

Secondo la vegetoterapia non esiste un’ostilità di tipo primario, bensì una paura primaria a cui il soggetto reagisce, per difesa, con l’ostilità.

La dinamica descritta da Federico è questa:
l’emozione primaria della paura nei primi momenti di vita determina una perdita di tono e quindi una vasodilatazione (sistema parasimpatico).

La vasodilatazione minaccia il sistema che reagisce, per salvarsi, con una vasocostrizione (sistema simpatico), ciò corrisponde a una scarica a livello oculare (sguardo fulminante dell’ostilità).

I dolori della cefalea e dell’emicrania sono dovuti alla tensione cronica delle terminazioni simpatico muscolari del cranio.

Per Federico la cefalea è collegata a una mancanza di contatto e ad una paura generalizzata più primaria mentre l’emicrania appartiene a un periodo neonatale successivo ed è, al contrario, legata a una paura specifica.

In particolare si traduce in una ostilità per paura di una figura femminile, se si tratta dell’emisfero cranico sinistro, di una figura maschile per quello destro.

La vegetoterapia oltre a suggerire tutte le terapie che mettono in movimento l’energia: agopuntura, omeopatia ecc., propone il lavoro sugli occhi che sbloccando le emozioni di paura risolve il sintomo.

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Epilessia

L’epilessia di cui parla Federico è quella detta idiopatica, non collegata, cioè, ad alcun danno organico a carico del cervello.

L'attacco epilettico è provocato da un’attività elettrica anomala del cervello. Si tratta di un'anomalia transitoria che può interessare un lobo specifico: frontale, occipitale, parietale, temporale o insulare e che corrisponde poi, dal punto di vista sensoriale o motorio a una specifica manifestazione dell’individuo.

Secondo Federico le definizioni come essenziale o idiopatico, tanto care alla medicina ufficiale, significano, in realtà: totale ignoranza sulle cause di un disturbo.

La vegetoterapia considera l’epilessia come la manifestazione somatica della psicosi, ma mentre lo psicotico ha un blocco anorgonotico agli occhi, l’epilettico ha un blocco iperorgonotico.

L’epilettico, nel momento della crisi, scarica il surplus d’energia a carico del distretto oculare diffondendo l’eccesso in un sol colpo all’insieme dei muscoli del corpo.

L’epilessia è classificata come:

  • il grande male;
  • il piccolo male.

In entrambe le forme vi è una perdita di coscienza.
Nel grande male la crisi è annunciata da un anomalia dal punto di vista sensoriale o motorio chiamata aura (diversa da quella energetica) a cui segue il blocco del respiro, la contrattura dei muscoli e infine la scarica ritmica con la fuoriscita dell'aria fino a quel momento trattenuta.

Il piccolo male è caratterizzato da brevi assenze durante le quali è raro che l'individuo cada o eccitazioni improvvise che possono portare ad atti violenti (furore epilettico).

La madre dell’epilettico è spesso dura e anafettiva ma iperprotettiva ciò determina la problematica psicologica principale di questi soggetti: un enorme bisogno d’amore e un ostilità repressa e trattenuta nei muscoli.

La vegetoterapia in presenza di questo disturbo insiste con gli actings del primo livello, che permettono al soggetto di dominare lo spazio e il tempo, proprio l’aspetto che viene perduto nelle crisi.

Il lavoro terapeutico riesce a forzare l’attenzione e la presa di coscienza del soggetto sui segni premonitori che anticipano le crisi fino a riuscire ad evitarle.

Federico accenna alla base psicologico-emotiva dell’epilessia comprovata dal fatto che l’epilettico non ha mai crisi in situazioni di pericolo, egli deduce così il ruolo fondamentale e l’influenza della situazione ambientale nello scatenarle.

In parole semplici: esiste una componente emozionale inaccettabile per il soggetto che prende la strada della crisi; comprenderne l’aspetto dinamico, riconoscerlo, riviverlo e accettarlo possono, insieme al lavoro energetico, risolvere o almeno aiutare a governare questo difficile disturbo.

L’epilessia può essere confusa con l’isteria.
L'isterico, a differenza dell’epilettico, quando cade non si fa mai male e quando ha le sue crisi chiude il pungno con il pollice in fuori mentre l’epilettico chiude il pollice nel pugno.

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Calvizie e alopecia

In entrambe le forme si tratta di caduta dei capelli. Ma mentre la calvizie è un processo lento e graduale, l’alopecia è la caduta improvvisa di intere ciocche o "placche" che lasciano aree di pelle nuda apparentemente normali.

La calvizie é dovuta a uno stato di tensione generale e localizzato nelle aree del collo (difesa narcisistica), e della galea capitis, il muscolo superficiale del collo.

L’alopecia è la manifestazione somatica di un nucleo psicotico ricollegabile alle fasi d’allattamento.

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Disturbi classici della vista

Tra i disturbi più classici, dovuti a una tensione cronica dei muscoli esterni e interni dell’occhio troviamo:

  • l’astigmatismo, in cui la visione è appannata come se gli occhi fossero colmi di lacrime. L’astigmatico deve sempre fare il punto;
  • la miopia, che costringe i soggetti ad avvicinare gli oggetti per vederli, qui durante l’allattamento la madre è stata lontana;
  • l’ipermetropia corrisponde a un difetto nell’accomodazione visiva che non consente la messa a fuoco degli oggetti vicini, sono soggetti che praticano la fuga in avanti perché il presente gli fa paura. È un problema di svezzamento e di paura dell’estraneo(Spitz);
  • la presbiopia non è per niente automatica dopo i 40 anni! Le sue radici sono da ricercarsi nel periodo in cui il bambino comincia a camminare, quando passa dalla motilità alla mobilità e acquisisce la dimensione spazio-temporale. Se ciò avviene prima che il bambino sia in grado di padroneggiarla egli immobilizzerà gli occhi alla ricerca di un punto d’approdo sicuro.

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Le orecchie

Tutti i sensi, a partire dal terzo mese fetale sono attivi. Tuttavia l’udito, nell’ambiente uterino, svolge un ruolo predominante e i suoni, armonici e non, hanno notevole influenza sulla sensibilità del feto.

Come per la vista, la funzione uditiva riveste un’importanza fondamentale per una corretta percezione della realtà. Il nervo acustico è strettamente associato ai centri della visione, per questo motivo, quasi sempre, le allucinazioni visive sono accompagnate da allucinazioni uditive.

Il suono può veicolare sensazioni gratificanti e frustranti, quindi la percezione uditiva, può bloccarsi e alterarsi con vari livelli di gravità. La sordità, per esempio, è spesso selettiva, compare cioè solo in certe situazioni.

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Il naso

Esiste uno stretto rapporto fra l’olfatto e l’emotività. Ciò trova conferma anche nella connessione a livello neurofisiologico tra i nervi responsabili della sensazione olfattiva: i trigemini, facciale e ipoglosso, e l’area limbico-ipotalamica.

Molti bambini appena nati, se lasciati tranquilli sulla pancia della madre annusano la madre alla ricerca del seno. L'odore resta poi per molto tempo un elemento di riconoscibilità tra il bambino e i suoi genitori.

Altro rapporto importante esiste con la sessualità. Anche se ciò è più evidente nei preliminari d'accoppiamento dei mammiferi.

Le cavità nasali sono tappezzate di una mucosa erettile del tutto simile a quella del pene e della clitoride, infatti il tessuto nasale ha caratteristiche erogene analoghe procurandoci piacere se l'odore sentito è gradevole o seducente o dispiacere se è invece ributtante.

L’analogia con la sessualità diviene poi una chiave interpretativa importante per i disturbi a carico di quest’area.

Le manifestazioni allergiche come le riniti o il raffreddore da fieno sono espressione di una sessualità repressa; alcune persone quando sono sessualmente eccitate, starnutano.

Il blocco al naso determina una caratterialità basata su un atteggiamento represso che si traduce in una continua sfida e difficoltà ad essere in contatto con i propri bisogni e con gli altri con il conseguente instaurarsi di pseudo-contatti privi di qualunque spontaneità.

Un atteggiamento caratteriale che, secondo Federico, porta raramente questi soggetti verso la psicoterapia.

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Sigmund Freud

Wilhelm Reich

Osho Rajneesh

Antonio Mercurio

Louise Hay

Federico Navarro

Antonio Mazzetti

Laura Rita