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Il secondo livello


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La bocca

Il secondo livello, la bocca, corrisponde alla funzione orale.

È attraverso la bocca che il bambino stabilisce il contatto con il mondo, e queste prime esperienze piacevoli o spiacevoli lasceranno un’impronta fondamentale nel modo in cui si relazionerà a sé stesso e agli altri.

Dal punto di vista anatomico, il secondo livello comprende la bocca, una cavità che termina con l’arco amigdalico e va fino alla gola dove si biforcano i tubi laringeo ed esofageo.

La laringe è l’organo della voce; bocca e mascella svolgono un ruolo fondamentale nel processo di vocalizzazione: se sono corazzate, formano una specie di coperchio sul canale espressivo, chiudendo del tutto la voce oppure affievolendola e appiattendola.

Un ruolo particolare nel frenare l’espressività vocale è svolto dai muscoli della lingua che si trovano sotto il mento, muscoli che dovrebbero essere rilassati e flessibili, mentre nell’adulto lo sono raramente.

Gli annessi della bocca sono i denti, la lingua che è l’organo del gusto, e le ghiandole salivari. La secrezione della saliva è regolata dal SNA: il parasimpatico la fluidifica (fino alla scialorrea, perdita involontaria di saliva dalla bocca, normale nei lattanti fino a 12 mesi circa), il simpaticola la inibisce, come quando si ha paura o ci si arrabbia.

I muscoli del segmento orale sono molti e non starò a elencarveli tutti. Ma è importante sapere che si tratta di fasce muscolari che estendendosi fino al collo interagiscono con i muscoli del torace e delle spalle e ciò spiega il torace incavato, le spalle ruotate e la spinta in avanti della testa, tipici della struttura orale.

Anche la postura della bocca viene influenzata dai blocchi di questo segmento, in particolare mi riferisco alle mascelle che possono essere non allineate, serrate o innaturalmente rilasciate. Ciò implica uno spostamento del mento indietro o in avanti (ostinazione).

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L’orgasmo orale

La bocca, come dice anche Baker, è l’unico organo che, insieme ai genitali, è in grado di iniziare una convulsione orgastica.

Questa è osservabile nel bambino, subito dopo un allattamento caldo e gratificante, come un tremore lieve delle labbra cui segue l’abbandono fiducioso tra le braccia della madre. Notate la similitudine con le fasi della formula dell’orgasmo? (formula T.C.).

Ciò è dovuto al fatto che sia la bocca che i genitali possono sovrapporsi e fondersi con un altro organismo.

Altra conferma del collegamento tra bocca e genitali la ritroviamo nella vegetoterapia, quando al lavoro sulla bocca corrispondono spesso riflessi a livello del bacino con eccitazione, lubrificazione vaginale o erezione.

Capite, quindi, quanto sia importante per acquisire una genitalità matura, aver superato e soddisfatto la situazione orale di base. Essere passati, cioè, dall’oralità alla genitalità.

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La sessualità orale

Di sessualità orale abbiamo parlato anche in Briciole di coscienza. Come abbiamo chiarito nel capitolo sulla sessualità non ci riferiamo alle pratiche sessuali conosciute come fellatio o cunnilinctus, ma piuttosto a un atteggiamento generale connotato da fame sessuale, con la quale il soggetto appaga in realtà i suoi insoddisfatti bisogni di affetto, attenzione e riconoscimento.

Riguardo alla sessualità sono presenti sostanzialmente due problematiche collegate ad una scarsa o insoddisfacente esperienza di allattamento: una di rimozione della spinta sessuale (frigidità, eiaculazione senza piacere, impotenza), l’altra di bisogno rabbioso (ninfomania, eiaculazione precoce, sesso usato come arma).

Il progresso evolutivo da una sessualità infantile ad una adulta corrisponde, quindi, al passaggio dal bisogno di fare sesso al desiderio di fondersi con un altro essere umano, dal piacere eccitatorio e superficiale alla gioia dell’abbandono.

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L’aggressività orale

Un altro capitolo deve essere aperto riguardo alla funzione dei denti. Abraham, un contemporaneo di Freud, fu il primo a definire la fase della dentizione come fase sadico-orale.

Con ciò voleva stabilire un collegamento fra l’attività di masticare, frantumare e inghiottire e le componenti aggressive e sadiche del bambino.

I denti servono per masticare ma sono anche strumenti di difesa, la bocca, così, diviene il primo scenario dell’ambivalenza, in cui piacere e disgusto, rabbia e paura si mescolano generando sentimenti di colpa.

Il succhiare, a causa della frustrazione diviene desiderio di mordere, di divorare la madre, la paura di essere puniti si trasforma in paura di essere divorati da lei.

Il desiderio di ringhiare, ruggire e mordere represso a causa della paura della punizione o della derisione può creare una smorfia fissa, artificiale, d’ostilità.

Se anche l’espressione facciale della rabbia fosse repressa, potremmo trovarci di fronte a una persona che sorride sempre, che sorride troppo; in questo caso diviene rivelatrice l’espressione degli occhi che risulteranno, invece, gelidi e freddi.

Un altro elemento rivelatore della rabbia o della sua rimozione è la posizione del mento.

La mascella (sez. inferiore), può essere spinta in avanti in una posizione di rifiuto che esprime sfida e cocciutaggine; oppure può essere spostata indietro, in atteggiamento succhiante e infantile che sembra dire «sono inoffensivo».

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Aspetti caratteriali, psichici e somatici dell’oralità

Il neonato attraverso l’allattamento appaga il suo bisogno di essere amato, rassicurato, accettato e di potersi abbandonare a questa esperienza in modo fiducioso.

Un allattamento insufficente o uno svezzamento brusco si sposterà poi, psicologicamente, oltre che nella fame sessuale di cui abbiamo parlato, anche nella pulsione di essere riconosciuti o nella sete di giustizia, tutti aspetti che derivano da un forte senso d’inadeguatezza e vuoto.

Come dice Lowen: «Si può paragonare il lattante al frutto che matura sull’albero; il capezzolo è l’equivalente del gambo. La naturale separazione del frutto avviene quando è giunto a perfetta maturazione: allora cade al suolo per iniziare un'esistenza indipendente radicandosi alla madre terra. È solo il frutto immaturo che presenta una resistenza alla separazione dall’albero… Nel caso del frutto, più è maturo prima della separazione dall’albero più contiene zucchero naturale ed è dolce. Il frutto immaturo è aspro come l’organismo immaturo che troppo presto perde la connessione vitale con la madre. Il carattere orale è aspro e questa asprezza si scopre in tutti gli individui la cui struttura contiene un forte elemento orale».

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La depressività

Un allattamento scarso o insoddisfacente genera ciò che Federico Navarro chiama depressività, questa condizione è collegata a un sentimento di perdita che si manifesta spesso con possessività e gelosia.

Questa può determinare due diverse risposte, una passiva (dipendenza) con tendenza, in certe situazioni, a deprimersi, l’altra reattiva (aggressività orale) come disposizione a reagire rabbiosamente. La rabbia è, in questo caso, una difesa dalla depressione.

La naturale aggressività erotica del lattante quando è frustrata si trasforma in distruttività, il sentimento inconscio di colpa che questa comporta è alla radice di molte malattie dei denti.

Vi sono poi alcune sindromi in cui ritroviamo la problematica orale, alcune di queste sono:

  • l’anoressia mentale: riguarda solitamente giovani in età puberale, è caratterizzata da un forte dimagrimento, vomito, perdita dei peli. Gli effetti della denutrizione sui processi biochimici del corpo possono portare alla morte. Le stesse alterazioni biochimiche provocano la scomparsa delle mestruazioni, stanchezza e perdita del desiderio sessuale. L’anoressica (è molto raro che sia un disturbo maschile), ha una storia di scarso o freddo contatto con la madre, essa fantastica inconsciamente di divorarla, un desiderio che le procura forti sensi di colpa e il bisogno di autopunirsi privandosi della gratificazione orale.
  • la bulimia nervosa: le crisi bulimiche sono caratterizzate dal bisogno imperioso e irrinunciabile di ingurgitare grandi quantità di cibo nel minor tempo possibile. Se l’anoressia è una difesa dai propri impulsi distruttivi, la bulimia rappresenta il tentativo di divorare la madre, di riempire il vuoto associato alla sua mancanza.
  • l’herpes: è un’infezione che si presenta con vescicole dolorose nella bocca, sulle labbra e sugli organi genitali che rappresentano il tentativo di scaricare un ristagno energetico. Da un punto di vista dinamico evidenziano una condizione di paura legata al piacere sessuale.
  • stomatiti, gengiviti, piorree: sono tutte legate alla difficoltà di mordere, di usare i denti e dinamicamente di usare la propria aggressività come ad-gredior per affrontare la vita. Se a questa si aggiunge la mancanza di appetito o la nausea, che simbolicamente può rappresentare il non voler inghiottire, digerire la realtà, allora ci saranno affezioni a carico dello stomaco e dell’intestino.

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Altri aspetti psicopatologici del quadro depressivo

Federico Navarro definisce il periodo neonatale, quello che comincia alla nascita e termina con lo svezzamento, il periodo temperamentale (il corredo bio-energetico: una combinazione di fattori endocrini e neurovegetativi), in cui da parte del neonato più che un’intenzionalità vi è una reattività.

Secondo Federico un allattamento deficitario influirà sulla formazione dell’Io, (che comincerà solo con lo svezzamento quando l’intenzionalità e la neuromuscolarità faranno entrare il bambino nella caratterialità), che si fisserà al temperamento.

Il nucleo psicotico che si può formare in questo periodo, viene bloccato dall'entrata forzata nella caratterialità, tipica di uno svezzamento precoce.

Questa, secondo Federico, è la condizione caratteristica della condizione borderline (stato limite); il temperamento del soggetto è sotto controllo, ma può sempre esplodere se crollano le difese dell’Io.

La depressione nascosta, riguarda quei soggetti che pur accusando stanchezza, insonnia, inappetenza, non manifestano dal punto di vista dell’umore atteggiamenti di tipo depressivo.

In questa condizione, erroneamente chiamata esaurimento nervoso, l’aspetto orale è alimentato da un blocco del collo, blocco narcisistico, che induce il soggetto a nutrirsi energeticamente a spese del collo in una condizione di costante tensione che lo fa sentire costantemente affaticato.

Il tratto caratteriale orale è presente in tutti gli altri tipi di carattere, in particolare lo ritroviamo nel fallico-narcisista e nell’isterico perchè entrambi spostano l’eccitabilità del bisogno orale insoddisfatto nella fame sessuale.

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L’orale rimosso, l’orale insoddisfatto

Nei modi di reagire dell'orale, che come carattere nel senso pieno del termine non esiste, mentre come tratto è presente in ogni tipo caratteriale, si distinguono due aspetti fondamentali tracciati da Baker nel suo L’ uomo nella trappola:

L’orale rimosso, o come diremmo noi: il pretenzioso rimosso, generalmente ha una struttura sottile e allungata, (Lowen, nel suo Bionergetica fa l’ipotesi che l'attaccamento che l’orale conserva alla sua condizione infantile, ritardando la conclusione della maturazione, consenta alle ossa lunghe di crescere più del dovuto), è privo d’energia, pallido, e quieto.

Parla con la voce bassa ma si esprime in modo caustico e mordace. Ha un continuo bisogno di essere lodato e si aspetta di poter amare senza fare alcuno sforzo.

Non chiede mai nulla e sembra accontentarsi di tutto, in realtà nasconde dietro all'alibi dei sensi di colpa un orgoglio ostinato e non trae mai veramente piacere da ciò che riceve. Non prova piacere nel mangiare, nel fumare, nel bere.

Si aspetta di essere sostenuto dai membri più capaci della propria famiglia e spesso tende a dipendere a lungo dai propri genitori.

L’orale rimosso nega la sua depressione e, come dice Federico, va avanti serrando i denti, atteggiamento che è rivelato dalla contrazione cronica dei suoi masseteri e dal fenomeno notturno del digrignare i denti noto come brownismo. Non è un collerico ma è fortemente irritabile e permaloso.

L’orale insoddisfatto appare spesso come una persona piena d’energia ma è un comportamento compensativo perchè nel profondo nasconde sempre la situazione depressiva ma ne è consapevole e cerca costantemente di risolverla attraverso il cibo, il fumo o l’alcool o qualunque altra cosa che possa dargli una pur minima soddisfazione a livello orale.

È mutevole e imprevedibile, può andare soggetto a momenti di euforia e collera alternati ad abbattimento. La sua pretesa è manifesta, ma non ne è consapevole perchè è bravo dialetticamente a dimostrare la leggittimità delle sue pretese.

Chiede molto agli altri ma non è mai contento. È un gran parlatore, ma ama parlare di sé generalmente mettendosi in una luce favorevole, il suo esibizionismo non è di natura fallica ma un mezzo per ottenere attenzione, interesse e amore.

Alterna momenti di sopravvalutazione di sé con altri in cui si sente impotente e inadeguato. Ripete spesso «non so cosa voglio», perché in realtà prova riluttanza ad accettare la realtà e la necessità di lottare nella vita.

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