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Il sesto livello

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L’addome

Se nel torace abbiamo collocato il mondo degli affetti, nell’addome metteremo quello delle emozioni “viscerali”.

In particolare qui nelle profondità dei visceri ristagnano nascosti, i residui della rabbia: il rancore e il risentimento.

Molte espressioni popolari come: «Diventare verdi dalla bile», «rodersi il fegato», «farsi un fegato così» ecc. o ancora «quello mi sta sullo stomaco», mettono in relazione questa parte somatica con la memoria dei torti subiti.

Una conferma più scientifica viene dalle funzioni degli organi che si trovano in questo segmento. Per esempio quella che il fegato ha, in comune con i reni, di eliminare le scorie, dopo averle assorbite, per evitare gli effetti tossici che queste avrebbero sul corpo se non fossero smaltite.

Utilizzando una metafora potremmo considerare il rancore e il risentimento come “scorie” dell’odio che non vengono smaltite e divengono “tossiche”.

Altre sensazioni ed emozioni associate al ventre sono l’amarezza, lo struggimento, il vuoto, la mancanza, tutti vissuti collegati all’abbandono, alla perdita, abbinati alla zona ombelicale. Ma anche la tenerezza, l’apertura, il desiderio, la disponibilità, la pazienza.

A questo livello troviamo anche un certo grado di ambivalenza tra il dare e il trattenere. Le feci sono il primo vero prodotto del bambino, una delle prime occasioni di esercitare la propria volontà, ma il controllo o le ansie che i genitori scaricano sulla sua educazione sfinterica lo privano di questa prerogativa.

Aspetti anatomici e psichici dell’addome

I muscoli di questo livello sono:

  • muscoli anteriori:

    • il retto dell’addome, una fascia muscolare che ricopre anteriormente l’addome, che collega in alto lo sterno con le cartillagini del pube, è un muscolo importante per i movimenti coitali e i movimenti espiratori, la contrazione di questo muscolo, responsabile del famoso “ventre piatto”, è considerata esteticamente un valore positivo, mentre nella nostra esperienza è sinonimo di paure sessuali o difesa dal vuoto ombelicale. Non è un caso che uno dei primi segnali quando si fa una vegetoterapia sia la comparsa della cosiddetta “pancetta”;
    • il trasverso dell’addome, ricopre antero-lateralmente l’addome, arrivando fin dietro alla schiena. Quando si contrae comprime “come una cinghia”, è un muscolo sempre molto contratto, soprattutto se c’è una storia di rabbia repressa. Quasi tutti sussultano se vengono toccati in questa zona (solletico, dolore ecc.). Anche questo muscolo svolge un ruolo importante nell’espirazione.
    • l’obliquo interno ed esterno rappresentano fasci muscolari che ricoprono a ventaglio tutta la superficie addominale, anch’essi permetto la flessione e il sollevamento del bacino;

  • muscoli posteriori:

    • il gran dorsale è un muscolo piatto che ricopre le porzioni medie e inferiori della schiena, qui Federico colloca la paura di essere attaccati e paragona la funzione difensiva di questi muscoli spesso tesi come un arco, a quella narcisitica del terzo livello, il collo. Questa fascia muscolare, dalla zona lombo-sacrale si collega alle braccia, in particolare alle spalle, la tipica postura “spaventata” delle spalle rialzate, quindi, rende questi muscoli cronicamente contratti. Ha un importante ruolo inspiratorio;
    • il quadrato dei lombi e l’ileopsoas sono muscoli profondi che delimitano posteriormente la cavità addominale, il primo a partire dalle ossa del bacino (cresta iliaca), l’altro dal femore, entrambi giungono alla colonna lombare e permettono i movimenti basculanti del bacino.

A questo livello troviamo alcuni componenti dell’apparato digerente e dell’apparato escretore.
Le funzioni svolte da questi apparati sono fondamentali per:

  • l’assorbimento e l’utilizzo dell’energia;
  • la difesa da microrganismi nocivi e la riduzione delle infiammazioni;
  • l’eliminazione delle scorie;
  • la regolazione dell’equilibrio acido-base (ioni positivi-negativi) e dei liquidi;

Queste funzioni sono regolate dal Sistema neurovegetativo.
Già Reich (vedi la Funzione dell’Orgasmo), aveva evidenziato come nella cavità addominale si trovino i generatori dell’energia bio-psichica, si tratta dei grandi centri del Sna, il plesso solare, il plesso ipogastrico e il plesso genitale.
Un vero e proprio cervello viscerale che ci fornisce sensazioni vegetative emozionali.

Reich parla dell’angoscia addominale (Funzione dell’Orgasmo) e di come i bambini imparano presto a controllarla spingendo il diaframma in basso e comprimendo così il plesso solare tra il diaframma stesso e i muscoli dell’addome.

Credo che tutti voi abbiate provato prima o poi gli effetti dell’ansia sui visceri, spesso prima di un incontro importante, che può cambiarci la vita, come un esame, un nuovo lavoro, l'acquisto di una casa avrete sentito la necessità di correre al gabinetto per un’improvvisa diarrea (scarica del parasimpatico che segue a un’eccesso del simpatico, cioè ansia), oppure sarete stati in preda a dolori lancinanti come se doveste partorire (cambiamento = nascita).

Ecco alcuni disturbi tipici legati alla prevalenza del Sistema simpatico e del parasimpatico o alla scarica dell’uno seguita dalla compensazione dell’altro:

  • l’ulcera gastrica: la simpaticotonia cronica provoca un’eccesso degli acidi e una riduzione dell’alcaninità, ciò espone la mucosa dello stomaco all’azione degli acidi, nel frattempo le stesse scariche del simpatico impediscono i movimenti peristaltici così che gli acidi non vengono spinti in avanti ma ristagnano nello stomaco con un effetto che può essere definito di autodivoramento;
  • la colite spastica (sindrome del colon irritabile): questo disturbo molto diffuso (soprattutto nelle donne per le quali forse indica anche castrazione sessuale), riguarda il tratto dell’intestino conosciuto come colon che circonda come una cornice le anse dell’intestino tenue. Si presenta con stitichezza alternata a diarrea, la prima è legata a un eccesso del Simpatico, la seconda ad un eccesso del parasimpatico. Il dolore percepito è crampiforme ed è forse dovuto agli spasmi provocati dall'effetto alternato dei due sistemi sulla muscolatura liscia delle pareti intestinali. Federico Navarro collega questo disturbo a una depressione reattiva, una combinazione d’insoddisfazione (rabbia) e sfiducia in sé stessi;
  • la colite ulcerosa: colpisce il retto, la porzione finale dell’intestino crasso, e il colon con lesioni. I sintomi sono diarrea, con sangue e muco e forti dolori che precedono l’evacuazione. Questo è un disturbo che Federico Navarro considera psicosomatico e quindi tipico dell'area psicotica o border line. È tipico di persone che hanno paura di perdere il controllo, asessuate, spesso ossessionate dallo sporco e dall’ordine, cercano nel terapeuta sicurezza e autorità, salvo poi sentirlo come troppo esigente e costrittivo.

Altre malattie sono quelle che rappresentano simbolicamente delle castrazioni come l’appendice e l’ernia. Oppure tendenze periodiche alla stipsi, con prevalenza del simpatico, o diarrea, con prevalenza invece del parasimpatico.
Le emorroidi sono nodi che si formano nei vasi sanguigni dello sfintere anale a causa del suo spasmo cronico.

Inibizione all’azione

Dopo aver descritto l'effetto delle componenti neurovegetative sui visceri vorrei riportare, brevemente, uno studio interessante sul fattore endocrino.

Si tratta della teoria di un certo Henri Laborit, un medico francese che come tutti gli scienziati che non si sono allineati con le istituzioni scientifiche maggioritarie è stato emarginato e poi recuperato solo più tardi.

La sua teoria è nota come SIA, Sistema d’inibizione all’azione. Nato diciassette anni più tardi di Reich, Laborit descrive aspetti del comportamento e della fisiologia umana che sono abbastanza in linea con lui, tuttavia, a differenza di Reich, non ha approfondito le componenti inconsce e non ha elaborato alcuna tecnica terapeutica.

Il sistema d’inibizione all’azione (SIA), serve ad impedire un'azione quando questa non è utile, cioè quando porterebbe a una punizione o una tensione maggiore invece di diminuire il dolore, oppure non sarebbe più produttiva. È chiaro che impedire un'azione può salvare la vita.

L'inibizione però, deve essere breve, lunga quanto basta per riorientarsi e poi deve essere seguita da una nuova azione.

Nella ricerca sperimentale di Laborit si mettono gli animali di fronte a situazioni di stress. Gli animali a cui si impedisce di muoversi mostrano disturbi viscerali e segni d'angoscia, come comportamento disorganizzato, mancanza di coordinazione, diarrea. Certi sviluppano un aumento della pressione arteriosa mentre altri mostrano ulcerazioni del tratto gastro-intestinale.

Invece gli animali a cui è permesso muoversi mentre sono esposti alle stesse condizioni di stress non mostrano segni di patologie comportamentali o fisiologiche. S’intende che per azione ci riferiamo alla lotta ma anche alla fuga.

Già Hans Selye aveva scoperto che qualsiasi tensione profonda attiva la secrezione di tre ormoni da parte delle ghiandole surrenali, da lui chiamati "ormoni dello stress", cioè adrenalina, noradrenalina e corticosteroidi.

Secondo Seyle questi ormoni, sebbene funzionino come parte del sistema difensivo del corpo, possono produrre un'alterazione fisiologica ogni volta che la loro secrezione è troppo intensa e prolungata.

Laborit ha scoperto qualcosa di più, se allo stress segue un movimento attivo è secreta adrenalina che favorisce altro movimento e ripristina l’equilibrio.

Al contrario, quando lo stress è accompagnato da prolungata inibizione sono secreti noradrenalina e corticosteroidi e questi ormoni agiscono sul sistema limbico con un effetto a feedback che rinforza l'inibizione creando un circolo vizioso.

La continua secrezione di noradrenalina porta all’ipertensione attraverso la compressione arteriosa cronica; la continua secrezione di corticosteroidi, d’altro lato, riduce le capacità di difesa immunologica del corpo.

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