Il carattere

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La formazione del carattere

Freud scopre per primo che alcuni tratti caratteriali sono modificazioni ed evoluzioni di tendenze pulsionali primitive, per esempio l’avarizia, è derivata da forze pulsionali erotiche anali.

Per Reich il carattere inizia come una forma precisa di superamento del complesso di Edipo.

La catena con cui si forma il carattere è la seguente:

  • impulsi e desideri infantili minacciati sono rimossi per paura della punizione;
  • la rimozione causa un ingorgo della libido, cioè un accumulo di energia che non trova la via per scaricarsi;
  • l’ingorgo minaccia la rimozione col rischio di esplosione della pulsione rimossa. Ciò comporta una prima alterazione dell’Io, come per esempio la nascita di atteggiamenti apprensivi che generano angoscia e sono la base delle fobie infantili;
  • per mantenere la rimozione è necessaria un’alterazione dell’Io e, cioè, l’Io si deve indurire e le rimozioni cementare. In altre parole la difesa deve acquisire un carattere automatico,cronicamente attivo;
  • l’angoscia che si sviluppa, comporta parallelamente lo sviluppo di un meccanismo protettivo contro di essa.

L’indurimento libidico necessario alla formazione del carattere, avviene nelle seguenti fasi:

  • l’Io si identifica con la realtà frustrante, ossia con la persona frustrante;.
  • l’Io ritorce contro se stesso l’aggressività mobilitata contro la persona frustrante, quell’aggressività che aveva prodotto l’angoscia (l’angoscia è odio rimosso;due facce della stessa moneta);
  • l’Io sviluppa atteggiamenti reattivi contro le pulsioni sessuali, impiegando, ora, l’energia degli impulsi stessi per difendersi da essi (ad esempio i preti contro il sesso).

L’armatura e la corazzatura dell’Io, quindi, avviene per paura della punizione, a spese dell’energia dell’Es e i suoi contenuti sono rappresentati dai divieti e dai modelli degli educatori frustranti.

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Le differenze fra i caratteri

Mentre il carattere genitale, (ossia sano), è in sostanza unico, i caratteri nevrotici cambiano in funzione dei differenti fattori che influenzano e deviano il naturale sviluppo di crescita.

I fattori influenti sono:

  • il momento di sviluppo della pulsione quando viene frustrata (inizio, intermedio, finale);
  • la quantità e l’intensità della frustrazione;
  • quali pulsioni vengono frustrate.
  • il rapporto tra frustrazioni e concessioni;
  • il sesso della persona principalmente frustrante;
  • la contraddizione fra le stesse frustrazioni.

Ogni frustrazione provoca un ritiro della libido dell’Io, cioè, un rafforzamento del narcisismo secondario.
Ma poiché la persona frustrante è anche amata, si sviluppa un atteggiamento ambivalente che porta all’identificazione.
Il bambino assorbe, allora, i tratti caratteriali della persona frustrante e usa quei tratti rivolgendoli contro la sua pulsione (madre e padre introiettati).

Diverso sarà poi il risultato a seconda del momento in cui la pulsione viene frustrata: all’inizio o all’apice del suo sviluppo.
Una pulsione frustrata all’inizio non è più disponibile (rimossa) e ne resta danneggiata l’attività complessiva.
Una pulsione frustrata all’apice invece, non può più essere rimossa ma solo danneggiata.

Da un punto di vista dinamico infine, il carattere ha tre funzioni sostanziali:

  • evita l’angoscia di fronte alla realtà;
  • lega l’angoscia da stasi;
  • è all’insegna del principio del piacere, infatti serve al soddisfacimento dissimulato delle pulsioni.

Naturalmente il soddisfacimento è indiretto e parziale perché deriva esclusivamente dalla diminuzione della spinta della pulsione, così come avviene con il sintomo.

In conclusione il carattere viene determinato:

  • qualitativamente dal grado di sviluppo della libido, cioè, dal punto specifico di fissazione libidica;
  • conseguentemente dalla quantità di energia della libido fissata.

Da ciò ne deriva una distinzione specifica di tipi caratteriali che possono così essere individuati:

  • caratteri depressivi (orali);
  • masochisti (anali);
  • genitali narcisistici (fallici);
  • genitali incestuosi (isterici);
  • coatti.

Tali suddivisioni, tuttavia, le vedremo meglio parlando dell’energia e dei livelli energetici del corpo.

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