Sigmund Freud

Principio del Piacere e Principio di Realtà


Di LAURA RITA

Metapsicologia

Freud è l'inventore della disciplina e tecnica terapeutica nota come psicoanalisi. Per definire la dimensione più propriamente teorica di questa nuova disciplina, Freud inventò il termine metapsicologia.

L'approccio teorico della sua metapsicologia affronta sempre il funzionamento psichico da tre punti di vista: dinamico, topico ed economico.

Il funzionamento dell'energia

L'energia che alimenta le forze operanti nell'inconscio è libera, spinge direttamente e ciecamente verso la scarica, mentre quella nel preconscio e conscio è legata, viene controllata in modo da ritardare la scarica.

La motilità dell'energia è significativa perché sottolinea come questa possa essere veicolata da un oggetto all'altro, ad esempio nell'isteria da conversione (quando l'energia che in un primo momento alimentava un desiderio sessuale inconscio va successivamente ad alimentare i processi biologici che determinano un disturbo somatico).

L'energia, punto di congiunzione tra biologia e psicologia, è la fonte delle pulsioni.

Processo primario e processo secondario

Studiando la formazione dei sintomi e analizzando i sogni, Freud scopre due modi di funzionamento mentale: il processo primario e il processo secondario.

Il principio del piacere e il principio di realtà

Il processo primario è regolato dal principio del piacere, il processo secondario dal principio di realtà.

Il principio di realtà da un punto di vista temporale compare più tardi. All'inizio della vita il bambino per soddisfare i suoi bisogni dipende completamente dagli adulti che lo circondano, egli non può sfuggire all'aumento di tensione generato dal bisogno.

A tale aumento segue un tentativo di scarica motoria che si traduce generalmente in pianto, la risposta materna al pianto e l'adeguatezza di tale risposta stabilisce una prima connessione con la realtà e, soprattutto, un rapporto positivo con essa.

In questa fase vi è un'assoluta prevalenza del processo primario e del principio del piacere, il bambino non ammette rinvii e se non può fare altrimenti tenta di trovare, in modo allucinatorio, una possibilità di scaricare la tensione pulsionale.

L'inadeguatezza di questa soluzione spinge in seguito il bambino a fare i conti con la realtà anche se spiacevole. Il principio di realtà, principio regolatore del funzionamento psichico, compare secondariamente come modificazione del principio di piacere, che prima era l'unico sovrano.

Tuttavia le modalità allucinatorie del processo primario permangono tutta la vita, il principio del piacere continua a regnare in tutto un campo di attività psichiche, nei sogni, nelle fantasie, nell'attività artistica, nella formazione dei sintomi e nelle regressioni psicotiche, oltre ad essere, secondo Freud la modalità di funzionamento dell'Es e in generale dell'inconscio.

Desiderio e pulsione

Abbiamo detto che il bambino tenta di appagare i suoi bisogni attraverso una "ricreazione allucinatoria" della percezione di appagamento. Qui Freud introduce un altro concetto: quello del DESIDERIO.

Il bambino associa le sue esperienze di soddisfazione ad alcune immagini mnestiche (per es: sazietà = biberon), in seguito, quando l'eccitazione indotta dal bisogno si ripresenterà egli cercherà di rievocare quella "percezione di soddisfazione". Freud chiama l'impulso a far ciò "desiderio" e il ripresentarsi della percezione il suo appagamento.

Egli arriverà a considerare il desiderio come l'elemento attivatore di tutta l'attività psichica, fino a quando, con la scoperta della sessualità infantile lo sostituirà con la PULSIONE.

I sogni per Freud rappresentano l'appagamento allucinatorio di un desiderio. Durante il sonno è sospeso il controllo vigile dell'Io e ciò consente l'emergere di strati inconsci con il loro bagaglio di desideri inappagati.

L' instaurazione del principio di realtà corrisponde a tutta una serie di adattamenti che l'apparato psichico deve subire: sviluppo delle funzioni coscienti, attenzione, giudizio, memoria.

Poi deve sostituire alla scarica motrice di un'azione mirante a una trasformazione appropriata della realtà; nasce così il pensiero, che è definito come "un'attività di esame in cui sono spostate piccole quantità di investimento, il che suppone una trasformazione dell'energia libera, tendente a circolare senza ostacoli da una rappresentazione a un'altra, in energia legata".

Queste modalità di funzionamento sono quelle che Freud poco più tardi attribuirà all'Io e rappresenteranno proprio il processo di differenziazione graduale dell'Io dall'Es.

In seguito, con la scoperta della sessualità infantile questo dualismo di principi è modificato da Freud

Egli accanto alle pulsioni sessuali, riconosce l'esistenza di una pulsione antagonistica, la pulsione di autoconservazione , ovvero l'insieme dei bisogni legati alle funzioni somatiche che più avanti ancora ridefinisce pulsioni di vita e pulsioni di morte.

A questa conclusione Freud arriva tramite l'osservazione clinica dei comportamenti caratterizzati dalla coazione a ripetere, in cui il soggetto ripete ossessivamente operazioni spiacevoli e dolorose, che riflettono, in modo più o meno evidente, elementi di conflitti passati.

A parere di Freud, questi comportamenti mettono in forse il primato del principio del piacere e rendono necessario introdurre l'ipotesi dell'esistenza di una tendenza originaria alla scarica totale delle pulsioni, cioè di un principio di morte, non più quindi la ricerca di un equilibrio nell'energia (principio di costanza) ma azzeramento totale fino all'inerzia.

Quando le pulsioni di morte sono rivolte verso l'interno, esse tendono all'autodistruzione, ma poi possono essere dirette anche verso l'esterno, assumendo così la forma di pulsioni di aggressione e di distruzione.

Nella realtà psichica le pulsioni si presentano sempre come ambivalenti, caratterizzate cioè dalla compresenza di questi due principi di vita e di morte: anche la sessualità presenterebbe dunque questa ambivalenza sotto forma di amore e di aggressività.

Così Freud tornava ad introdurre alla base della vita psichica un dualismo di principi, ma distinti qualitativamente, non più quantitativamente come nel caso del principio di piacere contrapposto a quello di realtà. Freud chiamava tali principi con i nomi greci di Eros (amore) e Thanatos (morte).



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