libri

L’io fetale

di Antonio Mazzetti

Indice

L’io fetale

Definiamo, prendendolo da Antonio Mercurio, io fetale quella parte dell’essere umano che si è andata costituendo nel grembo materno, durante tutta la fase intrauterina, e che per i traumi subiti non ha alcuna intenzione di lasciare l’utero e nascere anche a molti anni di distanza dalla nascita biologica.

Il principio di realtà dell’io fetale non corrisponde affatto al principio di realtà dell’io adulto. Per l’io fetale infatti, l’unica realtà che conta è la sua sopravvivenza e il suo benessere.

Tutto il resto non è reale o lo è solo in funzione del danno e dell’offesa che viene arrecata all’ideale di perfezione dell’io fetale.

Nella situazione storico-sociale attuale, in cui l’utero è inquinato e carente in quasi tutte le madri, si viene costituendo un io ferito e offeso, che conosce una sola realtà e una sola verità: la pretesa infinita di riconoscimento della sua ferita e il rifiuto contemporaneo di qualunque riparazione a quella ferita, perché il principio del piacere trova soddisfazione solo nel progetto vendicativo da portare avanti per tutta la vita.

All’io fetale non interessa il piacere che venga riparata la sua ferita e non interessa la gioia di nascere completamente e sviluppare il proprio progetto-potere creativo e trasformativo.

Si costituisce qui la prima menzogna esistenziale che inquina tutte le vite di relazione dei singoli e dei popoli.
Agire per smantellare tale menzogna significa decidere di nascere e di crescere entrando nel mondo degli adulti. Significa decidere di nascere alla piena dimensione dell’uomo come Persona, come essere che appartiene a una realtà Cosmica e non solo a una realtà fetale.

Significa decidere di abbandonare l’eterno ruolo di vittima che si compiace solo del piacere sadomasochistico e non della gioia di creare. Significa scegliere verità e bellezza invece di menzogna e bruttezza.

Quanto detto fin qui, sono all’incirca le parole di Antonio Mercurio, che esprimono in modo molto chiaro i concetti di io fetale, di menzogna esistenziale e di progetto vendicativo dell’io fetale.

L’io fetale nella vita adulta

Tali forme estreme di difesa che si sono formate nell'utero materno (Io fetale, menzogna esistenziale e progetto vendicativo dell’io fetale), sono state e sono estremamente utili ed efficaci per salvarci dal dolore del rifiuto materno. Infatti da un lato riducono le influenze materne successive all'utero, dall'altro riducono l’impatto del dolore del rifiuto subito.

Ma se io rimango tutta la vita nella menzogna dell’io fetale e nel progetto vendicativo che nel passato mi ha salvato proteggendomi, in seguito il progetto stesso mi distruggerà, o comunque mi farà vivere una vita assai povera e insoddisfacente.

Il progetto vendicativo omicida, si ripresenterà svariate volte nella vita per essere affrontato e risolto, quando le forze della persona saranno ormai più che sufficienti per riaffrontare la ferita nella primissima infanzia.

Tuttavia il progetto vendicativo omicida tenderà a ripresentarsi in forme suicidarie o comunque dirette verso altri esseri umani su cui proietteremo la madre, oppure sotto forma di malattie invalidanti e sempre sotto forma di odio contro noi stessi e gli altri.

Dobbiamo quindi imparare con la ragione a percepire e sentire con autenticità quello che proviamo o che pensiamo dentro noi stessi, per poi chiederci quale io stia parlando o stiamo percependo dentro di noi. È l’io adulto o è l’'io fetale, perché fra questi c’è una considerevole differenza, le verità dell’uno sono assai diverse da quelle dell’altro.

Nell’utero ci sono solo io e la mia onnipotenza fetale, nella realtà esterna adulta ci sono io e ci sono gli altri. Certo, io posso negarli, ma questo non cambia la realtà che gli altri effettivamente esistano e siano influenzati in bene o in male dalle mie azioni e dai miei comportamenti.

Pertanto se voglio entrare in una realtà adulta, ho bisogno di fare un passaggio completo dall’io fetale all’io adulto.

L’io fetale sa che esiste solo lui e a distanza esiste anche la madre, ma solo al servizio dell’io fetale. Se io vivo in questa menzogna ripeto nella realtà esterna della vita quotidiana il vissuto dell’io fetale, per cui non accoglierò mai l’esistenza di chiunque altro vicino a me, se non al mio esclusivo servizio.

L’io fetale è un io megalomanico che vuole imporre il proprio potere e la propria volontà a chiunque. Si impone quindi il passaggio dall’io fetale all’io adulto se voglio realizzare il passaggio all’Io Persona.

Liberarsi dell’io fetale

Parliamo ora di qualche accenno pratico per aiutare questo processo in noi e nei nostri allievi.

È necessario notare in noi stessi e far notare ai nostri allievi, il gioco di potere che molto spesso si instaura fra partner, genitori e figli, fra amici ecc. Quindi aiutarli a far emergere in loro la volontà di potere perché spesso viene assolutamente negata, mentre è uno dei problemi più importanti dell’essere umano.

A questo punto è importante farsi questa domanda: la volontà di potere, ossia il desiderio di imporre agli altri il proprio potere e la propria volontà fanno parte dell’io fetale o dell’io adulto ? Ossia, usando la terminologia di Antonio Mercurio, è l’Io psichico, l’Io Persona, il Sé, che pensa, sente, vuole imporre la propria volontà di dominio?

Dice Mercurio che «spogliarsi della volontà di potenza non è affatto una cosa facile, richiede allenamento costante e una capacità di mettersi in crisi e saper fare delle capriole (leggi saper fare trasformazioni profonde delle nostre vite) per decidere di uscire dalla volontà di potere e di dominio sugli altri».

Dobbiamo infatti sbarazzarci dell’Io assoluto per arrivare alla verità senza menzogne. Ma Mercurio ci insegna anche che la presenza dell’odio rimosso, soprattutto quello intrauterino, e dell’orgoglio si contrappongono alla verità e la trasformano immediatamente in assoluto e quindi in menzogna.

La soluzione si trova nel potere della ragione, non della razionalizzazione che è invece un meccanismo di difesa. La ragione può farci scoprire l’odio rimosso che nascondiamo nell'inconscio profondo giacché possiamo analizzare le nostre emozioni, le nostre azioni e soprattutto valutare gli effetti di esse. Ricordiamo inoltre il Manifesto dell’Arcano che afferma che siamo responsabili anche delle nostre situazioni.

Io posso sentire la ferita, l’ingiustizia, ma l’odio rimosso devo trovarlo con il ragionamento e la riflessione e posso decidere di fare qualcosa per vederlo meglio e per eliminarlo.

Un validissimo aiuto per sapere se esiste in me odio rimosso mi viene dalla presenza dell’Io persecutorio interno, oltre che dall’Io persecutorio esterno. L’Io persecutorio interno nasce da una parte dell’Io Persona che si scinde ed è causa dell’odio nei confronti dello stesso Io Persona trasformandosi in un giudice implacabile che colpevolizza e punisce.

Di fronte alla colpa dell’odio invece l’agire del Sé è totalmente opposto e desidera la libertà della persona dandogli mezzi e amore sufficienti per accogliere e trasformare questo odio.

Quindi l’Io Persona, appoggiandosi al Sé, pur scoprendo di essere pieno d'odio e di volontà distruttiva omicida e/o suicida, può decidere di amarsi ugualmente, imparando a perdonarsi, invece di essere complice del suo odio rimosso; può altresì imparare pian piano a perdonare chi gli ha arrecato le offese passate e quindi così facendo liberarsene.

Vediamo lo stesso processo con altre parole.
Vi voglio parlare di una bellissima analogia che ho trovato sul libro L’anima prima della nascita, in vita, dopo la morte (a cura di Eliot Jay Rosen, Armenia).

«Una volta un anziano nativo americano descrisse così le sue lotte interiori: “Dentro di me vi sono due cani. Uno dei due è brutto e cattivo, l’altro è buono. Il cane cattivo combatte continuamente contro quello buono”. E quando gli fu chiesto quale dei due cani vincesse, rifletté un istante e poi rispose: “Quello a cui do più da mangiare”».

Io interpreto questi due cani come Io adulto l’uno , e Io Bambino interiore l’altro. Queste due parti sono sempre in conflitto tra di loro e vince sempre il cane a cui diamo più da mangiare. Penso che noi tutti diamo più da mangiare all’Io Adulto che crediamo essere noi mentre è una identificazione interiorizzata dei nostri genitori o meglio ancora una identificazione con l’aggressore, cioè con le parti aggressive dei nostri genitori.

Questo Io adulto di cui parlo qui è quella parte della nostra struttura caratteriale o se volete della nostra personalità che: odia, giudica, condanna, disprezza, terrorizza in continuazione il nostro Bambino interiore, alimentando e riproponendo in continuazione quanto da noi vissuto nella nostra infanzia, nelle stesse modalità emozionali alle quali siamo profondamente legati e attaccati (incesto materno).

Noi diamo sempre energia a questa parte adulta contro l’Io Bambino interiore che è la nostra parte più vera e autentica.

Abbiamo bisogno di invertire questo comportamento imparando a dare energia ed amore al Bambino interiore togliendo forza all’adulto aggressore introiettato dentro di noi.

Abbiamo altresì bisogno di fare questo percorso con amore e perdono verso quell’Io adulto che ci odia e ci condanna perché tale identificazione ci ha salvato nell'infazia e permesso di rimandare ad oggi la possibile crescita evolutiva spirituale.

È un percorso lungo e difficile, sia da riconoscere che da percorrere, ma indispensabile per trasformarsi in un io Persona che viva in armonia, pace e amore con sé stesso, con gli altri e con il cosmo.






Sigmund Freud

Wilhelm Reich

Osho Rajneesh

Antonio Mercurio

Louise Hay

Federico Navarro

Antonio Mazzetti

Laura Rita