libri

La funzione del perdono

Di Antonio Mazzetti

Indice

Definizione di perdono

La definizione di perdono, presa da un comune vocabolario, è quella di «abbandonare ogni risentimento o proposito di punizione e vendetta nei confronti di chi ci ha arrecato un’offesa o un danno».

Già da queste parole possiamo vedere che il perdono serve a lasciare definitivamente (abbandonare), ogni risentimento (cioè l’odio) e vendetta (il progetto vendicativo omicida e/o suicida), ossia rinunciare ai due principali meccanismi di difesa dell’infanzia e dell’intrauterino, che da adulti si trasformano in meccanismi di offesa.

Noi crediamo, inoltre, che il perdono sciolga anche l’orgoglio, e anche questo lo ritroviamo nel vocabolario, laddove dice di perdonare le offese, poiché l’orgoglio ci difende proprio dalle offese ricevute e dal dolore delle umiliazioni. Il perdono è per noi un processo lungo e delicato, che si sviluppa nel tempo per il quale sono necessari diversi atti creativi.

Fasi del processo del perdono

Il processo del perdono si articola in differenti fasi che potremmo così sintetizzare:

Decidere di perdonare:
  • è una decisione cosciente che l’individuo ha bisogno di prendere, anche se sa di non essere in grado di perdonare l’offesa ricevuta. Decidere di perdonare, come suggerisce Louise Hay significa predisporsi a farlo anche se non si è ancora in grado e non si sa come realizzarlo. Come dice Louise Hay, «l’Universo si occuperà di aiutarci»;
  • la decisione non può essere presa senza aver almeno in "parte scoperto" e conosciuto la chiave di accesso al proprio dolore e alle offese fatte alla nostra persona nell’infanzia e nell’utero;
  • scoprire i propri difetti comportamentali e caratteriali derivati dalla relazione con nostra madre e con nostro padre come conseguenza delle difese protettive inconsce messe in atto e del meccanismo inconscio di identificazione introiettiva che Freud definisce come madre e padre introiettati;
  • trasformare la complicità e l’indulgenza inconscia che abbiamo con tali difetti in accettazione amorosa cosciente, attraverso il perdono del nostro Bambino interiore e contemporaneamente verso il nostro adulto identificato nel genitore introiettato;
  • vanno tuttavia tenuti ben distinti l’adulto identificato e il Bambino interiore, perché noi siamo il Bambino interiore e non l’adulto identificato con i nostri genitori, che è invece la nostra parte deformata e la causa delle nostre attuali sofferenze. Tenete ben presente che nessuno conosce il proprio Bambino interiore e tutti credono che la loro parte autentica sia invece l’adulto.

Trasformazione della complicità in perdono:
  • perdonarsi significa scusare il proprio difetto comportamentale perché esso ci ha salvato da piccoli, ma fare costanti strategie, progetti, ragionamenti, propositi autentici per sciogliere piano, piano il difetto che ci riconosciamo;
  • complicità invece significa scusarsi il difetto ma in modo falso e superficiale, oppure sentirsi in colpa in modo superficiale, al solo scopo di dimenticarsene subito fino alla prossima manifestazione dello stesso difetto comportamentale.

Per sapere se stiamo seguendo il processo di complicità o di perdono:
  • abbiamo una metodica speciale da mettere in atto: aiutarci con frasi di perdono e fiducia dette ad alta voce al nostro Bambino interiore, con la necessaria autenticità che ci è consentita in quel momento, al fine di amarlo e perdonarlo come insegna Louise Hay, verificando attraverso il nostro sentire profondo se il grado e la percentuale di perdono rispetto alla complicità stia aumentando nel tempo, oppure rimanga inalterata;
  • il sentire interno profondo, quando ci diciamo frasi amorose e di perdono ad alta voce, diventa un validissimo termometro per misurare il progredire del processo di perdono del Bambino interiore e passare pian piano dalla totale complicità a un profondo amore per noi stessi;
  • altro importante test di controllo è vedere con occhi autentici i fatti e i comportamenti della nostra vita attuale in riferimento al difetto in considerazione al momento; se i comportamenti migliorano nel tempo stiamo procedendo bene, se ci comportiamo sempre nello stesso modo, non stiamo lavorando sufficientemente bene per aumentare il perdono e ridurre la complicità;

Condizioni per un autentico perdono

Le fasi precedentemente descritte sono colorite da un intenso dolore infantile che è quello non elaborato nell’infanzia. È necessario, quindi, aiutare il Bambino interiore ad aumentare la sua fiducia nella vita per arrivare pian piano ad esprimere le proprie emozioni di odio e di dolore che non ha potuto manifestare allora. Molti di noi rifiutano di attraversare questo ostacolo, impedendosi di proseguire oltre nel processo odio-dolore-perdono.

La manifestazione delle emozioni infantili è una condizione sine qua non per un percorso di perdono e liberazione interiore dal passato.

Se non ci si è assunti infatti il proprio odio e se non si è coscienti del proprio progetto vendicativo omicida/suicida, si rimane pesantemente legati alla posizione di vittima, che attira sempre nuove offese e nuove umiliazioni che giustifichino il proprio costante lamento e mantengano invece inalterato l’odio e il progetto vendicativo inconscio e nascosto.

Ma è inoltre indispensabile, per spezzare e superare i blocchi energetici che impediscono la manifestazione delle emozioni stesse, la loro comprensione razionale e il relativo vissuto esperienziale dell’infanzia che blocca il naturale scorrimento della bioenergia del corpo. Processo questo meravigliosamente evidenziato da W. Reich.

Attenzione, tuttavia, che il vero obiettivo non è lo scorrere della bioenergia, esso è una condizione necessaria ma non sufficiente se non vi è anche la decisione spirituale profonda di perdonare l’offesa subita, sciogliendo pian piano l’orgoglio.

Lo spirito è amalgamato e compenetrato in tutto il corpo, ma il corpo non è tutto lo spirito.

È necessario vi sia prima di tutto la decisione spirituale di perdonare perché tale decisione attiene sia all’offesa attuale sia, ma soprattutto, all’offesa genitoriale che è offesa molto profonda e ingiusta, che ci ha colpito quando eravamo totalmente incapaci di difenderci, minando pesantemente il nostro sviluppo naturale.

Infatti spesso l’offesa attuale non è realmente così grave o evidente come l’individuo se la vive. La sofferenza infatti è dovuta più alla ferita antica sprofondata nell’inconscio non ancora rimarginata, ferita che viene toccata dalla situazione attuale.

Comprenderete facilmente come la decisione di perdonare non opera nessuna profonda trasformazione se viene riportata alla sola situazione attuale.

La ferita antica infatti non viene curata e guarita dal perdono e rimane totalmente attiva, poiché il perdono non ha toccato le profondità necessarie alla guarigione stessa. Si comprende quindi come sia necessario e fondamentale avere una valida conoscenza delle offese infantili genitoriali ricevute.

Vedi gli altri articoli su Antonio Mazzetti e Laura Rita




Sigmund Freud

Wilhelm Reich

Osho Rajneesh

Antonio Mercurio

Louise Hay

Federico Navarro

Antonio Mazzetti

Laura Rita