Proposte per la soluzione dei problemi
della tecnica psicanalitica

Indice

L’interpretazione

  • Una buona impostazione del periodo di introduzione dell’analisi. Il paziente non deve essere disturbato nello sviluppo della sua personalità analitica. Le insicurezze dell’analista in questa fase portano a interpretazioni premature.
  • Evitare sempre e comunque interpretazioni premature, ossia molto profonde ma non ancora agganciate ai corrispondenti affetti rimossi.
  • Evitare le interpretazioni asistematiche. Ossia che non seguono il filo logico della profondità e struttura nevrotica del paziente.
  • Evitare ogni interpretazione del contenuto prima di aver eliminato la resistenza che si oppone al suo affiorare.
  • Evitare ogni interpretazione incoerente. Ossia fatta in presenza di transfert negativo che molto spesso si presenta in forma latente.

Riassumendo, è necessario far comprendere al paziente:

  • che si difende da qualcosa;
  • come si difende e i mezzi che usa, cioè le sue resistenze;
  • infine contro cosa si difende.

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Il transfert

I compiti tecnici riguardanti il transfert enunciati da Freud erano i seguenti:

  • creazione di un efficace transfert positivo;
  • utilizzo del transfert positivo per il superamento delle resistenze;
  • utilizzo del tranfert positivo per far riaffiorare il rimosso ma allo scopo di provocare esplosioni affettive catartiche e abreative.

Reich aggiunge a queste regole ritenute valide alcune considerazioni:

  • nessun paziente all’inizio può produrre un autentico transfert positivo. Per autentico s’intende una tendenza erotica oggettuale non ambivalente atta a costituire la base di un rapporto intenso con l’analista. Ciò non è possibile all’inizio del trattamento a causa di:
    • rimozione sessuale;
    • disgregazione degli impulsi libidici oggettuali;
    • blocco caratteriale affettivo.
  • il transfert, che all’inizio appare positivo, generalmente è:
    • transfert positivo reattivo
      cioè è trasformato in amore ciò che invece è odio. Il transfert è negativo latente;
    • transfert di sottomissione
      che nasce dal senso di colpa e da masochismo morale dentro il quale c’è odio rimosso;
    • transfert di desideri narcisistici
      cioè speranza narcisistica che l'analista possa amare, consolare, ammirare.

Tutto ciò che è difesa dell’Io, se è ben elaborato si trasforma presto in transfert negativo palese. Se, invece, non è ben elaborato si trasformerà in una profonda reazione di delusione che trasformandosi in resistenze può far fallire completamente l’analisi.

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Le resistenze

Per Reich è innanzitutto fondamentale chiarire che cosa sono, in pratica, le resistenze e che cosa sia il materiale analitico. La Psicanalisi, allora, indicava le cosiddette resistenze palesi, ossia silenzi, ritardi, ostinazioni ecc. Per Reich esistono, e sono anche più importanti molte resistenze latenti, più difficili da riconoscere e camuffate.

Per esempio:

  • eccessiva obbedienza;
  • eccessiva cortesia;
  • totale mancanza di resistenze palesi;
  • eccessiva produzione di ricordi e di materiale inconscio;
  • usare come resistenza le conoscenze acquisite con l’analisi stessa.

Ma cos'è il materiale inconscio?
Per la Psicanalisi è riferito a sogni, associazioni, passi falsi, lapsus ecc.
Reich aggiunge a tutto ciò l’accento sul comportamento, che può essere inoltre espressione di gravi resistenze latenti.

Per Reich, quindi, anche il comportamento diviene materiale analitico. In definitiva, tutti gli elementi formali come:

  • il comportamento: educazione, cortesia ecc.;
  • il modo di esprimersi: gesticolare, il modo di sedersi, le strette di mano;
  • lo sguardo;
  • il linguaggio: parole volgari, parole e frasi troppo serie, filosofeggiare, sfoggiare conoscenze analitiche ecc.;
  • la mimica: sorrisi, pianto camuffato, accigliamento costante ecc.;
  • l’abbigliamento.

Diviene tutto materiale analitico.

Vediamo ora, come un’eccessiva produzione di materiale può essere, in effetti, una manifestazione di resistenza. Dalla prima resistenza transferenziale si sviluppa tutta una stratificazione di resistenze, che è l’esatta riproduzione della stratificazione caratteriale della nevrosi. L’interpretazione di strati profondi può confondere il processo e interferire nella copia della nevrosi che si srotola nel transfert.

Allora il materiale più profondo può essere immolato per salvaguardare qualcosa di più superficiale ma carico d'affetto.

Per Reich l’analisi delle resistenze deve essere fatta con coerenza. Se, quindi, il paziente in vari modi fugge da una resistenza, deve essere sempre riportato là da dove è fuggito.

Reich definisce barriera narcisistica l’insieme delle resistenze opposte all’analisi. A esse si può opporre una educazione all’analisi con interventi attivo-suggestivi o il metodo analitico-caratteriale.

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Il metodo analitico-caratteriale

Consiste nell’interpretare analiticamente le resistenze nel loro significato attuale. Quindi, per Reich, è necessaria prima l’analisi delle resistenze in chiave attuale. Ad esempio molti pazienti raccontano episodi drammatici della loro vita senza accorgersi che li raccontano sorridendo.

In ogni paziente poi, esistono delle resistenze specifiche che non si distinguono per il loro contenuto, ma per il modo specifico di agire e di reagire. Tali resistenze Reich le chiama resistenze caratteriali.

Esse sono diverse a parità di contenuto a seconda del carattere del paziente e hanno la loro origine nelle esperienze infantili, esattamente come i sintomi e le fantasie, quindi esprimono le cause della nevrosi.

La psicoanalisi freudiana suddivide le nevrosi in:

  • nevrosi sintomatiche con prevalenza di sintomi;
  • nevrosi del carattere senza sviluppo di sintomi.

Per Reich tale suddivisione non ha senso perché le nevrosi sintomatiche possono svilupparsi solo su una base caratteriale nevrotica. Tuttavia esistono molte differenze fra sintomo e carattere, che andremo ad analizzare nei paragrafi seguenti.

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Il sintomo

  • È quasi sempre cosciente e percepito come estraneo e disturbante.
  • Non presenta razionalizzazioni complete e credibili (giustificazioni).
  • Appare privo di significato (vomito isterico, paralisi isterica, coazione a contare ecc.).
  • È determinato da un numero limitato di atteggiamenti inconsci.
  • Può apparire improvvisamente.

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Il tratto caratteriale

  • Non è quasi mai consapevole ed è inserito organicamente nella personalità del paziente.
  • È sufficientemente motivato sul piano razionale.
  • Appare meno patologico e giustamente motivato.
  • Appare composto da molteplici atteggiamenti inconsci concatenati e stratificati fra loro.
  • Non appare mai all’improvviso ma ha bisogno di un lungo numero di anni per formarsi.

La stratificazione e il concatenamento di tratti caratteriali formano in definitiva una armatura caratteriale che è l’espressione della difesa narcisistica dell’Io. Essa si estrinseca soprattutto nella resistenza caratteriale di cui abbiamo parlato prima che si esprime come un fattore costante di natura formale a prescindere dai contenuti che nasconde. Essa dipende infatti dal carattere.

L’armatura caratteriale ha una funzione molteplice, per esempio da un punto di vista economico, ha il compito di proteggere dagli stimoli interni ed esterni.

Nelle compensazioni nevrotiche e nelle formazioni reattive delle resistenze caratteriali viene consumata energia libidinosa e sadica. Quindi viene legata l’angoscia.

Per Reich ogni resistenza ha due facce: la difesa dell’Io e la difesa dall’impulso rimosso. L’analisi del carattere, all’inizio, si interessa sempre della difesa dell’Io con l’obiettivo per il paziente di coscientizzare la difesa, evidenziarne i modi e come ultimo passo scoprire da cosa si difende.

Questo modo di procedere produce i seguenti vantaggi:

  • evidenzia il transfert negativo;
  • oggettivizza il carattere sino a farlo percepire come un sintomo;
  • con lo scuotimento del meccanismo narcisistico di protezione, si libera angoscia libidica che può essere utilizzata per completare la crescita genitale dell’individuo.

Per ottenere una valida elaborazione della difesa e della resistenza, essa non va aggirata ma pienamente sviluppata in modo che nella situazione transferenziale ci sia l’aggancio dinamico degli affetti che consente il passaggio dall'attuale all’infantile.

In definitiva l’analisi caratteriale pensa prima al come e poi al che cosa.

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