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I sensi di colpa

Di Antonio Mazzetti

Indice

Cosa sono i sensi di colpa

Credo che non esista essere umano che non sia ammalato di sensi di colpa. Tuttavia molte persone, pur nominandoli spesso, non capiscono né cosa siano, né di cosa veramente si stia parlando, poiché i loro sensi di colpa sono profondamente nascosti nell’inconscio. Quindi, pur essendo notevolmente condizionati dai sensi di colpa, non comprendono cosa possano fare per liberarsene.

Allora, il primo lavoro da fare è comprendere cosa sono i sensi di colpa, come cercarli e come riconoscerli attraverso un’indagine introspettiva. Riconoscere i propri sensi di colpa è difficile poiché significa ammettere la propria incapacità e la propria debolezza, andando a toccare due fattori molto delicati, cioè:

  • l’idea di perfezione, grazie alla quale ognuno di noi è profondamente convinto di essere sempre perfetto e senza colpa alcuna;
  • il proprio ideale dell’Io, cioè quello che noi vorremmo essere o a cui aspiriamo, e col quale continuamente ci troviamo a confrontarci. Questo ideale dell’io è sempre sproporzionato rispetto alle nostre reali capacità;

I sensi di colpa si nascondono spesso dietro una profonda e vasta mancanza di desideri e dietro frasi del tipo «no, questo non mi interessa» oppure «no, non mi piace» o «questo non mi va». La verità è che quella cosa non ci va poiché il solo ipotizzarla terrorizza il soggetto che non può ammettere a sé stesso questa sua debolezza.

Quindi, proprio per la nostra tendenza a nasconderli, la conoscenza dei sensi di colpa non va mai data per scontata. Anzi ogni tanto è necessario tornare a lavorare su di essi a differenti livelli di profondità partendo ad esempio dall’attuale incapacità a dire dei «no» alle richieste altrui.

Molte persone hanno fortissime resistenze a riconoscere che molte cose non le fanno per paura e preferiscono mentire inconsciamente, affermando che non fanno certe cose perché non gli va di farle. Ma se osserviamo la nostra vita con onestà, scopriamo che le cose che «non ci va di fare» sono veramente molte. Bisogna quindi ipotizzare che non siamo capaci di farle perché altrimenti ci sentiremmo in grave disagio e avremmo paura giacché esse ci furono proibite da nostra madre quando eravamo bambini e poi crescendo abbiamo interiorizzato tali divieti e questi sono così divenuti nostri divieti interni.

Riassumendo è necessario comprendere che:

  • i sensi di colpa sono un gran peso e non consentono una vita serena e soddisfacente poiché ci allontanano dai nostri desideri e dal nostro progetto di vita;
  • i sensi di colpa si sono formati nel rapporto con la madre quando eravamo molto piccoli e rappresentano tutto ciò che essa ci proibiva, oppure che noi stessi abbiamo creduto non essere gradito a nostra madre;
  • la proibizione materna e/o paterna non è stata solo quella esplicita, anzi essa ci è stata passata soprattutto dal loro comportamento esterno che veniva poi interpretato dalle nostre menti ancora poco sviluppate e quindi incapaci di capire coerentemente.

Si scopre così che molte persone vivono proibizioni veramente astruse e assurde. A volte, per esempio, è sufficiente un commento genitoriale sulla sessualità o altro mentre in famiglia si guardava la televisione, per influenzare profondamente un bimbo e creare in lui minacce e condizionamenti inconsci.

Antonio Mazzetti dice spesso che ognuno di noi ha almeno centomila comandamenti interni che non conosce e non riconosce come tali, ma ai quali ubbidisce ciecamente in modo assoluto. Questi comandamenti sono stati scritti dentro di noi dalla madre e/o dal padre quando eravamo piccoli; sono il Super Io freudiano.

Infatti i sensi di colpa si basano sulla paura interiorizzata, spesso inconscia, di un giudizio negativo (nessuno infatti ha paura di un giudizio positivo), e che tale giudizio negativo comporterà una punizione che un bambino piccolo vivrà sempre come un rifiuto o una minaccia di ritiro dell’amore materno stesso. In definitiva il senso di colpa ci dice: «Sei colpevole e verrai condannato e punito con l’abbandono», che per un bambino piccolo coincide con la morte. Quindi sotto ogni senso di colpa c’è sempre il terrore del rifiuto, dell’abbandono e della morte.


Come si combattono i sensi di colpa

Ci si libera dei sensi di colpa soltanto attraversando le seguenti fasi, tutte necessarie:

  1. riconoscere i propri sensi di colpa. Ossia vederli ed evidenziarli alla propria coscienza, poiché essi sono quasi sempre totalmente inconsci. Quindi valutare obiettivamente se, quando «non ci va» di fare una cosa, non vi si nascondano invece dei sensi di colpa. È molto differente infatti essere educati o riservati per una scelta matura e responsabile o invece esserlo per sensi di colpa inconsci e quindi per paura di perdere l’amore materno. Naturalmente tale esempio è estendibile a infinite altre possibilità;
  2. calpestare i propri sensi di colpa, ossia provare a fare le azioni sentite come proibite, cercando di farle in una forma “terapeutica” non distruttiva. Se per esempio, avessi paura a prendere a calci l’autorità (che rappresenta la madre o il padre), non devo farlo nella realtà andando a prendere a calci il primo carabiniere che mi capita a tiro, poiché finirei ovviamente (e giustamente) in galera. Potrei invece trovare una forma simbolica che mi consenta di vivere comunque questa esperienza. Ad esempio disegnare su un foglio una figura che rappresenta l’autorità o mia madre e colpirla. Questo spostamento in chiave simbolica non deve essere assolutamente visto con superficialità perché viene vissuto con molte resistenze da parte di tutti. Ma vi assicuro che il riuscire a farlo autenticamente è molto più efficace che nella realtà, giacché viverlo simbolicamente in modo “primario” aiuta molto di più a prendere coscienza della formazione dei sensi di colpa e delle paure infantili. L’azione va fatta, naturalmente, con la coscienza che si sta cambiando una situazione problematica infantile, e che non si sta commettendo nessuna colpa reale. Ecco quindi la necessità di un situazione simbolica.
  3. Conoscere e riconoscere le modalità difensive personali con le quali nascondiamo o riduciamo le sensazioni di sofferenza collegata ai sensi di colpa. Vi elenco alcune difese molto diffuse:
    • ridere mentre si esegue l’azione;
    • chiudere gli occhi per non vedere;
    • irrigidire tutto il corpo o parti di esso;
    • eEsagerare i movimenti, la voce, la gestualità in modo isterico;
    • formulare e ripetersi mentalmente pensieri consolatori o decolpevolizzanti;
    • formulare mentalmente pensieri giustificatori delle proprie azioni.
    L’esistenza di tutte queste difese dimostra che quando ci si sforza di commettere l'azione proibita bisogna sentire effettivamente tutta la colpa che nostra madre ci ha addossato. Altrimenti si rischia di calpestare i sensi di colpa senza tuttavia riuscire mai a liberarsene. Ciò accade poiché in quel momento si mettono in atto una o più barriere difensive per non sentire le minacce e l’angoscia collegata ai sensi di colpa, strategie difensive che sfuggono al controllo della persona stessa. In definitiva per lavorare sui sensi di colpa è necessario:
    • vederli;
    • affrontarli con determinazione e costanza;
    • ridurre sempre più le strategie e gli strumenti difensivi personali messi in atto contro il sentire, aiutandosi ad accentuare l’azione proibita in forma terapeutica, imparando a ridurre le resistenze e non a rinforzare lo stimolo.

  4. Un punto fondamentale è perdonarsi e imparare a farlo, a ogni fallimento durante questo tipo di lavoro, altrimenti i sensi di colpa si nascondono di nuovo nell’inconscio e si trasformano nell’assenza di desideri

Louise Hay afferma che i sensi di colpa sono delle emozioni assolutamente inutili, perché non fanno star bene nessuno e non riescono a cambiare nessuna situazione. Tuttavia il senso di colpa ha una sua utilità specifica e cioè ci consente di comprendere che nascondiamo una colpa reale. Antonio Mercurio afferma che ogni senso di colpa nasconde una colpa reale.

La colpa reale è quella colpa che l’individuo commette nel non realizzare il proprio progetto di vita, la finalità per la quale l’Universo gli ha fatto dono della vita.

Colpa reale è rimanere ancorati ai meccanismi infantili e rifiutarsi di nascere al proprio progetto del Sé.

Ogni senso di colpa ha come radice una colpa reale, di cui diviene campanello d’allarme, di come siamo ancorati al potere materno e paterno.

Un bambino divorato dalla colpa dell’odio, diviene un bambino ammalato di sensi di colpa. Da adulto sarà un adulto ammalato di sensi di colpa, la sua colpa reale sarà il non fare nulla per liberarsi e realizzare il progetto del proprio Sé.

Pertanto, riassumendo, quando ci sentiamo in colpa a causa dei sensi di colpa dobbiamo, secondo me, procedere nel modo seguente:

  • Mi sento in colpa.
  • È un senso di colpa?
  • Da quale proibizione materna diretta o indiretta mi deriva?
  • Quali resistenze o meccanismi difensivi adotto per ridurre la sofferenza?
  • Se non li affronto e non costruisco qui e ora un progetto per uscire da questo tipo di senso di colpa che sento oggi, mi assumerò una colpa reale contro la mia persona e la mia coscienza.
  • Nel fare il progetto di liberazione, devo tenere presente sia il grado di libertà che possiedo, sia il concetto di perdono che quello di complicità.
  • Soprattutto non devo mai scoraggiarmi, poiché il lavoro sui sensi di colpa è lungo e difficile ma ripaga sempre con benessere e libertà.
  • Ogni piccola vittoria sui sensi di colpa dà una particolarissima soddisfazione, senso di appagamento e di vitalità altrimenti irraggiungibile con altre esperienze.

Per finire un consiglio: il senso di colpa in realtà ti viene messo addosso da chi ti vuole dominare, quindi liberati dai sensi di colpa.



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