La tecnica psicanalitica

Indice

Princěpi della tecnica psicanalitica

I princěpi della tecnica analitica derivavano dalle concezioni teoriche di Freud. Le concezioni teoriche freudiane erano:

  • ogni nevrosi nasce dal conflitto fra bisogni pulsionali rimossi e forme di difesa dell’Io. Principio tecnico derivato: si deve eliminare la rimozione, ossia rendere conscio ciò che è inconscio. In conclusione bisogna interpretare l’inconscio;
  • l’Io ha eretto contro-investimenti per impedire il riaffiorare degli impulsi rimossi agendo con una severa censura contro pensieri e desideri (ad esempio la vergogna). Principio tecnico derivato: eliminare la censura attraverso il metodo delle libere associazioni, ossia seguire la regola fondamentale che esige l’eliminazione della censura;
  • gli sforzi del paziente a rispettare la regola fondamentale tendono costantemente a fallire a causa della forza dei contro-investimenti. Tali forze sono chiamate resistenze. Principio tecnico derivato: non si deve rendere conscio l’inconscio in modo diretto ma attraverso lo scioglimento delle resistenze;
  • i desideri e i timori rimossi cercano continuamente di scaricarsi e di ricollegarsi al reale, cioè si tende alla soddisfazione libidinosa. Si può attendere che il paziente utilizzi a tal fine la situazione analitica, ciò determina il transfert. Il transfert è l’instaurarsi di un rapporto con l’analista determinato dalle emozioni e dai sentimenti rimossi, ripetendo con ciò i trascorsi infantili. Ma il paziente tende a sostituire alla interpretazione il soddisfacimento, oppure oppone resistenza a riconoscere i suoi atteggiamenti e comportamenti. Il transfert diviene esso stesso resistenza. Principio tecnico derivato: l’analisi del transfert e il suo scioglimento costituiscono uno dei lavori analitici fondamentali e si attua con lo scioglimento delle resistenze transferenziali.

Quelli indicati sono i principi tecnici fondamentali adoperati a quel tempo.

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Problemi della tecnica psicanalitica

Nel Seminario sulla Tecnica diretto da Reich dal 1924 al 1930 emersero notevoli problemi a riguardo della tecnica analitica di allora:

  • mancanza assoluta di sistematicità nella presentazione dei casi e nel lavoro di ricerca;
  • gravi insufficienze nelle indicazioni tecniche da seguire;
  • situazioni analitiche grottesche in cui non si sapeva più cosa fare perché il paziente resisteva;
  • situazione caotica molto diffusa. Ossia si aveva una grande produzione di materiale in ogni direzione ma senza alcun filo logico di riferimento;
  • l’attendere terapeutico era più dovuto all'incapacità di fare altro che ad una autentica strategia terapeutica;
  • la passività del terapeuta era spesso esasperata da analisti convinti che si dovesse solo tacere;
  • le resistenze erano affrontate con incoraggiamenti o rimproveri assolutamente inutili e il non produrre risultati faceva affermare che il paziente aveva delle resistenze insormontabili invece di affrontare il proprio fallimento;
  • le resistenze erano spesso aggirate perché considerate di intralcio al lavoro analitico.

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Classificazione dei problemi fatta da Reich nel seminario tecnico

I problemi possono essere raggruppati sotto l’aspetto:

  • topico (o topografico); sotto l’aspetto topico ci si riconduce al momento dell’interpretazione, ossia quando interpretare e che cosa interpretare;
  • dinamico; sotto l’aspetto dinamico ci si riconduce al problema della struttura da analizzare. L’interpretazione deve seguire la strutturazione della nevrosi consentendo, quindi, di interpretare ciò che è carico di affetti, cioè di contenuto emotivo infantile, a vantaggio di ciò che è ancora separato dai rispettivi affetti;
  • economico; sotto l’aspetto economico ci si riconduce alla quantità e non solo alla qualità e quindi al problema della fonte energetica e delle cariche energetiche stesse della nevrosi. Ciò comporta la ricerca degli impedimenti alla piena soddisfazione, cioè, dei freni alla libera scarica energetica sessuale

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