I tipi caratteriali

Indice

Introduzione

Descriverò qui alcuni tipi caratteriali facendo riferimento a Reich, Lowen, Baker. Per ogni tipo farò un’unica descrizione, ma questa sarà in realtà una sintesi dei contributi di questi autori, e di altri ancora, così che possiate avere una visione generale dei vari caratteri.

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Il carattere orale-depressivo

Due precisazioni importanti: il tratto orale non è un esclusiva di questa tipologia di carattere, infatti, ogni tipo di carattere nasconde un tratto orale più o meno marcato. Reich, non ha mai descritto un carattere orale.

I tratti fondamentali del carattere orale, ossia, del blocco depressivo del IIº livello, la bocca, sono:

  • il fisico alto, sottile, pallido, in generale, un aspetto privo d’energia;
  • il cibo non lo interessa, non ha sapore, ha scarsa importanza;
  • è quieto, laconico, voce bassa tendente all’esile;
  • a volte è caustico e mordace nelle espressioni, ma generalmente incapace di andare fortemente in collera;
  • mostra risentimento, ha poco da dire e si ritira facilmente nel suo guscio;
  • ha un continuo bisogno di essere lodato, incoraggiato e sostenuto;
  • è incapace di sostenere sforzi prolungati, crede spesso che il mondo lo tratti male perché non vede la propria incapacità;
  • non riesce a far molto ma spesso ha idee grandiose e fantasmatiche;
  • ha una bassa opinione di sé;
  • presenta ostinazione e resistenza ma passiva e immobile;
  • contrae spesso debiti che non riesce a pagare;
  • non trova facilmente lavoro;
  • è un tratto tipico dell’alcolista o di chi consuma droghe, soprattutto quelle pesanti;
  • anche il semplice fumatore di sigarette nasconde un tratto orale depressivo.

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Il carattere coatto

Fisicamente non è atletico come l’isterico, non è sciatto come l’orale, non è pesante come il masochista, non è bello come il fallico-narcisista. Il coatto è scialbo e imbranato. I tratti fondamentali del coatto sono:

  • è pignolo e ordinato. Cambiamenti nell’ordine prestabilito gli causano angoscia e disagio;
  • rimugina continuamente e in modo circostanziato. È attento allo stesso modo a cose importanti e a cose secondarie;
  • ha poca elasticità di pensiero e molta logica astratta. In lui è molto più sviluppata la componente critica rispetto a quella creativa;
  • è parsimonioso, più spesso avaro;
  • tende a collezionare cose;
  • è irresoluto e dubbioso, ha un pronunciato contegno e un forte autocontrollo;
  • un tratto importante è che quando ama o quando odia è molto tiepido perché ha un blocco affettivo assai marcato;
  • ha una scissione tra affetto e rappresentazione (può parlare di un esperienza incestuosa senza problemi apparenti);
  • ha una forte contrattura dell’Io e del corpo che lo fa apparire goffo.

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Il carattere fallico-narcisista

Fisicamente si presenta spesso alto, bello, vincente, ben piantato atleticamente. I tratti fondamentali di questo carattere sono:

  • sicuro di sé, a volte arrogante e vigoroso;
  • atletico;
  • l’espressione facciale rivela durezza, i lineamenti sono mascolini, ma si riscontrano anche fattezze femminili un po’ nascoste;
  • il suo comportamento non è mai strsciante, al contrario ostenta aria di superiorità. È freddo e riservato ma a volte anche beffardo e aggressivo;
  • tende a conquistare posizioni di comando e mal sopporta posizioni subalterne, a meno di potersi rivalere su dei sottoposto (per esempio nell’esercito);
  • toccato nella sua vanità reagisce con fredda riservatezza, profondo risentimento o con vivace aggressività;
  • gli uomini fallico-narcisisti hanno una potenza erettiva molto sviluppata, ma in loro è invece molto compromessa la potenza orgastica;
  • ha rapporti con le donne molto disturbati dalla poca considerazione che ha per loro, il fallo è usato in modo vendicativo;
  • è una persona molto ricercata per la sua apparenza;
  • la donna fallico-narcisista è anch’essa bella nell’apparenza, donna in carriera, è molto efficiente e ha successo. Anche in lei le capacità sessuali sono sviluppate mentre è carente la potenza orgastica.

Esempi di fallico-narcisisti sono Napoleone, Mussolini, Stalin.

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Il carattere isterico

Fu il primo disturbo emotivo nel quale si riconobbe una connotazione sessuale. Molto frequente nel Medioevo e in altre epoche storiche. Rispetto all’isteria di Freud, oggi sono mutate molto le sintomatologie. Differenze sostanziali vi sono tra ciò che la psicoanalisi considera isteria e come la considerano i reichiani. Per i reichiani è l’anticamera della genitalità. I tratti fondamentali di questo carattere sono:

  • atteggiamento sessuale invadente;
  • agilità corporea con spiccate sfumature sessuali;
  • per le donne, civetteria nel modo di camminare; per gli uomini, mollezza, esagerata gentilezza, espressione facciale e modi di fare femminili;
  • quando la meta sessuale si avvicina, l’isterico inevitabilmente si ritrae, oppure assume un atteggiamento passivo e apprensivo; tipico dell’isterico è mostrarsi tanto violento prima, quanto passivo dopo, al momento opportuno;
  • non è mai altezzoso, duro o presuntuoso; i suoi movimenti sono morbidi e flessuosi, ondeggianti (non elastici) e sessualmente provocatori;
  • è incostante, con svolte improvvise nel comportamento e molto suggestionabile;
  • tende ad avere forti reazioni di delusione;
  • è estremamente angosciato e apprensivo, soprattutto in chiave sessuale;
  • l’isterico genitalizza tutto, non sostituisce la genitalità con meccanismi pregenitali; anche dove vi fossero tendenze pregenitali hanno sempre un legame con la genitalità e sono sempre forme rappresentative della genitalità. In altre parole: mentre in altre nevrosi le parti genitali sono rappresentazioni di fissazioni pregenitali, (orali, anali, falliche), nell’isterico esse sono sempre anche genitali;
  • è sovraccarico di energia sessuale non elaborata, ossia la sua armatura è molto mobile, a rete, continuamente sfuggente, leggera, instabile;
  • il suo comportamento serve a tastare continuamente il terreno per scongiurare i pericoli;
  • il carattere isterico non conosce mai il significato sessuale del suo comportamento. Rifiuta di riconoscerlo, in breve, la sua sessualità non è un moto sessuale, ma esclusivamente la difesa dal sesso;
  • scarica parte della sua angoscia in innervazioni somatiche, quindi presenta spesso una svariata tipologia di sintomi più o meno strani. I sintomi si presentano quando un eccesso d’energia non può essere trattenuto nella corazza.

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Il carattere masochista

Il masochista percepisce come piacere ciò che dall’individuo normale viene percepito come dispiacere.

Freud aveva scoperto che sadismo e masochismo formavano una coppia antitetica. Poi, aveva scoperto che esisteva il sadismo orale, anale, fallico che si esprimeva come mordere, calpestare, perforare. Il sadismo, quindi, nasceva come reazione distruttiva contro la frustrazione della pulsione.

In questa concezione il masochismo è una formazione secondaria che consiste nel volgere contro sé stesso la distruttività sadica. Ma Freud, abbandona poi tutto questo ribaltando la sua prima concettualizzazione teorica e affermando l’esistenza di una tendenza biologica primaria all’autodistruzione, ossia la pulsione di morte (thanatos) antagonista dell’Eros.

Reich, quindi, con lo studio e le ricerche sul carattere masochista, trova una risposta diversa, che confuta la teoria della pulsione di morte. Non esiste una pulsione primaria autodistruttiva, ma anche il masochista segue, anche se in modo apparentemente distruttivo, e quindi incomprensibile, il principio del piacere.

Infatti il masochista non prova attraverso le percosse un dispiacere, cioè ad esempio non si sente umiliato, ma prova il piacere della distensione che, per paura, può provare solo in quelle forme.

Descriviamo un poco i tratti salienti del carattere masochista:

  • una sensazione soggettiva, cronica di sofferenza;
  • tendenza a lamentarsi;
  • tendenza cronica all’autolesionismo;
  • tendenza cronica all’auto-umiliazione;
  • intensa mania di tormentare gli altri, provocazioni infantili continue per farli esplodere, cosa che produce poi la distensione;
  • comportamenti maldestri, senza tatto ecc.;
  • percezione non piacevole dell’aumento dell’eccitazione sessule, come base caratteriale specifica del masochista;
  • atteggiamento spastico molto accentuato, sia psichico che genitale. Inibisce immediatamente e continuamente ogni sensazione seppure accennata di piacere, trasformandola in dispiacere;
  • la sensazione di sciogliersi è vissuta dal masochista come l’arrivo di una catastrofe punitiva; l’essere picchiato, quindi, diventa lo strumento della distensione agognata, che è vietato raggiungere con altri mezzi, egli, in tal modo, si discolpa dell’accaduto, cioè la distensione sessuale, di cui è invece colpevole la persona punitrice.

L’analisi del carattere masochista, quindi, confuta la pulsione di morte di Freud. Non esiste una pulsione primaria autodistruttiva, ma il masochismo è una risposta a una grave frustrazione primaria della pulsione sessuale verso il piacere.

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