libri

Seconda parte

Di Antonio Mazzetti

Indice

Le emozioni

È la funzione dell’emozione, dice Wilhelm Reich, che crea il fine di una pulsione, non viceversa. Quindi le emozioni sono sensate e razionali e non irrazionali come intendono i meccanicisti della psicologia. È la loro struttura caratteriale che li porta a queste conclusioni errate.

Essi hanno fuso in un unico calderone le emozioni primarie razionali con quelle secondarie irrazionali e perverse. Tutto ciò che vive risponde agli stimoli con il movimento o mozione, ossia con emozione, cioè movimento del plasma. Anche il più piccolo protoplasma sente.

Le emozioni scaturiscono da movimenti reali del plasma e quindi dell’energia. Quindi l’essere vivente si crea le proprie opinioni sul mondo circostante attraverso le sensazioni e le emozioni che riceve dagli stimoli. Anche l’organismo corazzato si crea opinioni in funzione della propria motilità ed espressività, ossia di come vive le proprie emozioni.

Ogni sensazione è soggettiva, ossia arbitraria, tuttavia un organismo sano percepisce sicuramente in modo sano, mentre uno deformato percepisce in modo altrettanto deformato. La corazza è sempre deformante, quindi un organismo sano ed uno corazzato percepiscono in modo del tutto differente. Dal modo in cui si percepisce e si sente, dipende la qualità delle valutazioni che si fanno, il tipo di reazioni basate su quelle valutazioni e quindi l'atteggiamento complessivo che comunemente chiamiamo "visione del mondo".

Individuo corazzato e non corazzato

Il mistico o il meccanicista, che sia un educatore scolastico ad esempio, vede il bambino o come macchina meccanico-chimica, come suddito dello Stato, come oggetto di questa società, oppure come oggetto di questa religione e lo tratterà confinandolo e castrandolo. Egli lo chiamerà "adattamento", se è di mentalità liberale, o "educazione" se è di mentalità autoritaria. Mentre ciò che vive nel bimbo ubbidisce a leggi cosmiche che non sono cambiate nei secoli.

L’adattamento alla civiltà mistico-meccanicista, invece, crea quel caos di contraddizioni entro cui si trova inserito l’essere umano. La nostra civiltà mistico-meccanicista è in rovina perché ha milioni di finissime statistiche sul modo di trattare i neonati, ma non si cura, ancora oggi, della sua bisessualità, né dell’eccessivo odio degli educatori, dei medici, dei puericultori ecc. L’organismo corazzato non percepisce correnti di plasma orgonotico, in completa opposizione all’organismo non corazzato. Ma appena appaiono sensazioni in relazione allo sciogliersi dell’armatura esse vengono percepite con paura. La reazione biopatica proviene sempre e solo da energia biologica sessuale compressa dalla stasi energetica.

Organismo corazzato e non corazzato percepiscono in modo differente.
Per esempio, prendiamo il blocco toracico. (Per quanto riguarda i blocchi vedi Federico Navarro)
Viene vissuto dal corazzato come esempio di mascolinità e di forza. L’espressione rigida, militaristica, eretta, il portamento militaresco hanno la funzione di mantenere "saldo" il suo equilibrio e di conferirgli forza nella lotta quotidiana dell’esistenza. Però il corazzato non sospetta nulla sull’indebolimento della forza vitale che ciò comporta.

Una cassa toracica libera è in grado di reagire in modo libero e vigoroso, non considera questo come essere molli e deboli che è tutt'altro. L’individuo non corazzato non riesce a tenere il torace rigido per lungo tempo, lo sentirebbe come una grande fatica e un notevole impedimento. Per un organismo sano è incomprensibile come si possa sopportare per anni lo sforzo del blocco.

L’organismo corazzato si differenzia da quello sano per il fatto che tra il suo nucleo biologico, da cui scaturiscono tutti gli impulsi naturali, e il mondo, si è inserito un muro di rigidità che frena ogni impulso naturale e trasforma ogni impulso naturale amoroso in odio. L’impulso, infatti, deve usare violenza per giungere alla superficie e giungere alla meta. Quindi qualunque sia la sua originaria natura si trasforma sempre in odio distruttivo.

La corazza non impedisce che l’organismo possa amare o temere, ma le sue espressioni vitali saranno sempre poco vibranti e, quindi, le sue espressioni emozionali vitali sempre controllate, ben equilibrate, sensate, calcolate. Anche l’odio sarà sempre cosciente e prudente. Insomma il corazzato non perde mai la testa.

Un simile organismo non può che odiare la spontaneità e la libertà ordinata ma infinitamente varia dei processi naturali, perché li teme. Il corazzato è capace di mortificare ogni impulso vitale spontaneo in sé stesso e nell’organismo altrui.

Il neonato

Il neonato nasce senza corazza. Ciò che è vitale in lui, funziona secondo le sue proprie leggi e senza riguardi per le esigenze della cultura. La sua prima espressione di vita consiste nella messa in funzione della bocca, ma i medici, i puericultori ecc., proibiscono di farli mangiare prima di 24-48 ore (oggi è meno prolungato).

Non esiste una risposta sensata per tale comportamento. Inoltre i neonati possono vedere la madre per pochi momenti al giorno sotto le scuse di motivi igienici. Wilhelm Reich dice che è in questi comportamenti che vengono poste, nel neonato, le basi dell’odio e delle prossime guerre. Il neonato, isolato dalla madre, in un contesto per lui assolutamente nuovo e più freddo di 10-15 gradi rispetto all’utero materno, dapprima reagisce con grida e urla disperate e infine con la prima vera contrazione difensiva del suo sistema orgonotico.

Questi massacri di neonati, dice Reich, chiaramente udibili nelle urla che offendono l’orecchio e il cuore, non hanno nulla a che vedere con le precauzioni igieniche. Infatti sono solo reazioni adottate da organismi corazzati contro la vita che si manifesta. Reich afferma che la medicina non comprende ciò che è vivente.

L’organismo è in grado di percepire solo ciò che esso stesso esprime. Il medico corazzato non avverte gli strilli disperati dei neonati, oppure li considera utili per la respirazione o decretati da Dio perché egli stesso ha soffocato in sé quelle urla. Per questo il suo organismo non è più capace di percepire le grida di un altro organismo e le interpreta in un modo razionale assolutamente errato. Reich non dubita della buona fede degli educatori, medici ecc., ma afferma che il loro amore per il neonato non riesce a trasporsi nel fatto pratico. La vita corazzata va incontro al vivente non corazzato con paura e odio. L’organismo corazzato non riesce a sopportare i movimenti morbidamente arrendevoli di un neonato. Per avere un idea, pensate a quando avete avuto il corpicino di un uccellino nelle mani, è una sensazione particolarissima.

L’educazione, allora, prende la via delle punizioni e minacce che quasi sempre sono improntate all'umiliazione del bimbo e quindi alla formazione di odio reattivo. L'organismo corazzato odia quello sano. Ma ciò non avviene immediatamente. All’inizio ne è positivamente colpito e tenta di rispondere con autentico amore. Ma nello sviluppo della relazione la corazza riassorbe necessariamente l’impulso amoroso e pian, piano l’organismo corazzato si sente frustrato e comincia a sentirsi rifiutato dall’organismo sano.

A ciò si aggiunge che gli organismi sani tendono ad allontanarsi da quelli corazzati contratti e perversi (sadismo), e quindi questo senso di rifiuto viene apparentemente accentuato.
La mancanza di contatto del corazzato viene vissuta da quest'ultimo come rifiuto.

La modalità semplice e diretta dell’organismo sano risulta incomprensibile per il corazzato e cioè contrasta con la complessità, le distorsioni, le contorsioni, della mente corazzata. Il corazzato ha un terrore mortale di tutto ciò che è semplice e diretto. Infatti ciò che è semplice e diretto conduce sempre a palpiti orgastici del plasma, ossia a emozioni. Il corazzato quindi non può esprimere direttamente le proprie emozioni che invece sono frenate, distanti, perverse, trasformate nella intricata rete della corazza caratteriale.

Questa rete di odio e perversione, di impulsi sadici, Reich la definisce peste emozionale dell’animale uomo ed è ciò che noi chiamiamo odio.

Torna su

Torna alla prima parte

Continua a leggere





Sigmund Freud

Wilhelm Reich

Osho Rajneesh

Antonio Mercurio

Louise Hay

Federico Navarro

Antonio Mazzetti

Laura Rita